domenica 29 marzo 2009

Focus sul modello della tripla elica


Il modello della tripla elica (triple helix) è basato sulla stretta cooperazione tra tre enti di tipo diverso, i tre pilastri della prosperità di un paese:

-università

-imprese

-Stato


Il funzionamento del modello avviene a partire dallo Stato, che dovrebbe ricoprire il ruolo di mediator, e influenzare la cooperazione e le sinergie tra università (o enti di ricerca) e imprese, e tra le imprese stesse. La ricerca va incentivata, vanno destinati fondi sempre maggiori allo sviluppo di tecnologie, e all'incremento e diffusione del know-how ossia della conoscenza. Per fare questo ci vuole l'intervento statale, un intervento mirato e attivo. Cosa che purtroppo manca in Italia. Addentrandoci nel modello scopriamo che il vero know-how viene generato dalla collaborazione delle imprese con le università, in un'ottica di interscambio. Le università creano conoscenza, che deve essere trasferita alle imprese (per non finire quindi inutilizzata). Le imprese a loro volta dovrebbero remunerare la ricerca; preferisco parlare in termini di interscambio di conoscenza. Per cui le imprese a loro volta devono essere attive nella ricerca, cooperare piuttosto che incentivare. Quindi avviene un vero e proprio scambio di risorse e di conoscenza. Questo processo viene soltanto indotto dallo Stato. Maggiore è l'incentivo dato alle imprese e alle università, maggiore sarà l'output totale. La vera forza degli Stati Uniti è il buon funzionamento di questo modello. In Italia manca questo tessuto culturale, si spera soltanto che cambi qualcosa in un futuro a noi vicino

Tripla elica

Negli Stati Uniti il modello della Tripla Elica ha generato un incremento impressionante nella produttività del sistema della “Ricerca Applicata”, con ricadute interessanti nel mondo dell’industria e dei servizi e relativi positivi risvolti occupazionali.Ecco l'esempio di una esperienza eccellente:Guven Yalcintas è il Vice Presidente del Technology Transfer Office della State University di New York. L’ente si occupa della “mediazione” tra Imprese, Università e Stato: fa parte di una fondazione indipendente che mantiene la “dovuta distanza” tra i tre elementi che compongono l’elica. Un simpatico cinquantenne, con aria da neo-pensionato in vacanza a Torino, si rivela il responsabile di una “macchina” con un budget annuale da 800 milioni di dollari totalmente dedicato alla ricerca, che sforna per l’industria 450 brevetti l’anno.L’inizio di questa avventura -alla fine degli anni ottanta- è stato pionieristico, quando questo “ex professore universitario” era in cerca di 200 mila dollari per “mettere in piedi” un Technology Transfer Office. Banche, Assicurazioni, Fondazioni, Privati, ecco dove andare a cercare questa “imponente” cifra: non avrebbe mai pensato di arrivare quindici anni dopo a moltiplicare per 4000 volte il budget “sognato”.
Il concetto di Technology Transfer in Italia è poco applicato proprio perché è spesso difficile “far parlare” le imprese ed il mondo dell’Università anche a causa delle dimensioni ridotte delle nostre aziende: la correlazione tra progetti svolti e risultati ottenuti spesso non è immediata o così strettamente controllata come negli USA dove la selezione dei progetti da finanziare è estremamente attenta e porta matematicamente alla generazione di brevetti e nuovo Know-how .

lunedì 23 marzo 2009

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DAIMLER - Aumento di capitale da 1,95 mld, Abu Dhabi primo socio
Websim - 23/03/2009 08:33:25
Daimler potrebbe registrare in avvio di seduta importanti variazioni di prezzo, nell'asta di pre apertura il titolo sale del 6%. Il gruppo auto tedesco tha annunciato un aumento di capitale da 1,95 miliardi di euro riservato al fondo di Abu Dhabi, Aabar Investments. Con questa operazione cambia la struttura di controllo di Daimler, Aabar diventa il primo azionista con il 9,1% del capitale. La società di Stoccarda ha spiegato che le nuove risorse forniscono "maggiore flessibilità negli investimenti in tecnologie innovative".Le nuove azioni sono state emesse a 20,27 euro, il 5% in meno del prezzo di chiusura di venerdì e la metà del valore del titolo il 17 di giugno del 2008, data in cui la società aveva annunciato un buy back da 6 miliardi di euro.Daimler ha cassa per 6,91 miliardi di euro ma nel corso dell'anno ha debiti in scadenza per un totale di 10 miliardi di euro.
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FIAT - Goldman Sachs alza il giudizio sui titoli auto europei
Websim - 23/03/2009 08:46:56
Fiat (F.MI) potrebbe registrare in avvio di seduta importanti variazioni di prezzo. Stamattina Goldman Sachs ha alzato ad attractive la raccomandazione sul segmento auto europeo ed ha confermato la presenza del titolo del gruppo italiano nella lista dei preferiti, il giudizio sul gruppo italiano resta buy con target price a 7 euro. IlSole24ore di sabato scrive che il nuovo partner di Fiat in Cina potrebbe essere GAIG (Guangzhou Automobile Industry Group). L'amministratore delegato del gruppo, Sergio Marchionne aveva affermato, in settembre, che GAIG era uno dei soggetti con cui erano in corso trattative. L'Unrae, l'associazione delle case automobilistiche estere attive in Italia, ha detto di prevedere per marzo, immatricolazioni a livelli "chiaramente" superiori a quelli del marzo 2008 grazie agli effetti positivi degli incentivi.

giovedì 12 marzo 2009

More Companies At Risk of Failing

Moody's, the ratings agency, recently published a list of "bottom rung" companies most likely to default on their debt. The criteria are technical, but the upshot is that a lot of companies are in deep trouble - and the list is getting longer, not shorter. Moody's predicts that the default rate on corporate bonds this year will be three times higher than in 2008, and 15 times higher than in 2007. Defaults are often the last step before a bankruptcy filing. And bankrupt companies, obviously, don't usually hire people. They dramatically shed costs and workers and sometimes liquidate completely, firing everybody.
[See 15 firms that might not survive 2009.]
So the Moody's findings help explain why most economists expect the unemployment rate, now 8.1 percent, to rise as high as 9 or 10 percent before it starts to drift back down. And right now, real and perceived fears about job security are the main force driving a contraction in consumer spending, and the economy as a whole. Here's what the bottom-rung report tells us about the next several months:
There will be a lot more bankruptcies. Moody's places 283 companies on its bottom-rung list, up from 157 a year ago. Since the quarterly list was last updated, 73 additional companies have fallen to the bottom rung. Twenty-four companies made their way off the list - but mostly because they defaulted on their debts. Only one company, Landry's Restaurants, got off the list because its circumstances improved.
[See why bank nationalization terrifies Wall Street.]
Companies exposed to consumer spending have it toughest. The industries most represented on the list are media, automotive, retail and manufacturing. Companies in the most acute danger are those with reduced cash flow and a high debt load. A lot of big, well-known companies are in danger. On the list: Advanced Micro Devices; AirTran; AMR (parent of American Airlines); Chrysler; Duane Reade; Eastman-Kodak; Ford; General Motors; JetBlue; Krispy Kreme; Palm; R.H. Donnelly; Reader's Digest Association; Rite-Aid; UAL (parent of United Airlines); Unisys; and US Airways.
Many of the other firms on the list are second- or third-tier suppliers to automakers, airlines, and other troubled firms. Being on the list doesn't mean a firm is destined for bankruptcy. But it does mean the company faces severe constraints in terms of raising new capital, making new investments, and hiring. Instead of expanding, it may be far more inclined to sell assets, streamline or close divisions, and lay people off to cut costs and raise cash.

America's malls are going to end up looking a lot different. The retail sector is obviously getting hammered, with chains like Circuit City and Linens 'n Things already out of business. Many other retail chains are in trouble. Also on the bottom-rung list: Barney's; BCBG Maz Azria; Blockbuster; Brookstone; Claire's Stores; Eddie Bauer; Finlay Fine Jewelry; Harry & David; Loehmann's; Michael's Stores; Oriental Trading Co.; and Sbarro. Again, this doesn't mean the company is doomed. But many of these firms will restructure, close outlets, shrink, and find ways to transform themselves. So if you ever go back to the mall, and your favorite shop has disappeared, you'll know why.

martedì 3 marzo 2009

Iago


Versione attualizzata dell'Otello shakespeariano dal punto di vista di Iago, studente universitario povero ma talentuoso, che si vede soffiare Desdemona, la ragazza che ama segretamente, e anche un importante progetto di lavoro da Otello, bello e raccomandato. Iago decide quindi di vendicarsi...
Ho visto ieri sera questo bel film che vi raccomando se volete vedere una bella storia d'amore, un personaggio interessantissimo e la bella Venezia..trama ben articolata

Incassi Iago Italia
Primo Weekend: € 964.000