domenica 8 giugno 2008

Europei e ricavi

BASILEA — Euro 2008 parte oggi sotto la pioggia. In tutti i sensi. C'è quella vera, che minaccia Svizzera-Repubblica Ceca, nemmeno fosse autunno da foglie ovviamente morte, e quella finanziaria. Le 31 partite che dovrebbero riportare il calcio al centro del sistema sono già diventate un'occasione di ricavi eccezionali. I vertici Uefa hanno spiegato di aver quantificato in 1.300 milioni di euro i ricavi per questa edizione dell'Europeo. Erano stati 41 i milioni (teorici) nel '92 (ma con otto squadre); 147 nel '96 (la prima volta con 16 nazionali); 230 nel 2000 e 852 in Portogallo quattro anni fa. Il 60 per cento arriva dalla vendita dei diritti ai media e in larghissima parte alle tv (nazionali e a pagamento); il 21 per cento dalla cessione dei diritti commerciali (sponsor e merchandising); il 12 per cento dal programma di ospitalità garantito dalle autorità politiche e locali; il 7 per cento dalla vendita di 1.050.000 biglietti (90 milioni, non di più). I diritti tv sono stati venduti in 200 Paesi del mondo e per la prima volta la negoziazione è avvenuta non più su base collettiva. L'agenzia Sportfive, che si è occupata della vendita, ha chiuso accordi separati con Rai (Italia), che ha pagato 115 milioni per tutte le piattaforme, Tf1 e M6 (Francia), Nos (Olanda), Cctv (Cina), Tbs (Giappone), Espn (Americhe), Al Jazeera (Medio Oriente e Africa settentrionale).
Allestire questo Europeo è costato 600 milioni di euro: 234 per le spese vive legate all'organizzazione vera e propria; 30 milioni per la logistica; 50 per spese di produzione. Ci sono poi 184 milioni di montepremi destinati alle sedici finaliste. Ognuna di esse ha un minimo garantito di 7,5 milioni; nella prima fase una vittoria vale un milione e un pareggio la metà. Chi arriva nei quarti porta a casa altri due milioni; alle quattro semifinaliste vanno tre milioni. Chi gioca la finale del 29 giugno allo stadio Ernst Happel di Vienna guadagna 4,5 milioni se perde e 7,5 milioni se torna a casa con la coppa. Chi diventa campione d'Europa, avendo vinto anche le tre partite della prima fase, non può lamentarsi: 23 milioni di euro di guadagno sono una bella cifra. La differenza fra ricavi e spese porta ad un utile di 700 milioni di euro che l'Uefa nel prossimo quadriennio distribuirà fra le 53 federazioni associate: 450 milioni verranno destinati ad attività di sviluppo (costruzione di stadi, centri di allenamento per i giovani, finanziamento dei vivai); 250 milioni serviranno non soltanto a coprire i costi della struttura di Nyon, ma aiuteranno il finanziamento dei tornei giovanili e femminili oltre alla formazione di arbitri e allenatori.
I soldi sono davvero tanti e i ritorni importanti anche sul pil di Svizzera e Austria, ma c'è anche chi teme che si tratti di una bolla speculativa, soprattutto per quanto riguarda i diritti tv. Patrick Coting, esperto elvetico di marketing sportivo, ha parlato di «un record nei ricavi derivanti dalla cessione dei diritti tv, che difficilmente potrà essere migliorato, se non puntando ancora sul mercato asiatico. In Europa si può soltanto scendere, incrementi non sono più possibili. Per quanto riguarda i diritti tv, si è passati dai 50 milioni di dodici anni fa agli 800 di adesso. Non credo che gli spettatori siano aumentati di sedici volte o che la tecnica delle riprese sia sedici volte migliore. Se l'Uefa fosse quotata in Borsa, io avrei già provveduto a vendere le mie azioni». Riflessioni importanti, ma questo è il momento dell'euforia collettiva. «Abbiamo costruito un Europeo perfetto, stadi nuovi, tecnologie d'avanguardia, il meglio del meglio», ha spiegato Martin Kallen, presidente del comitato organizzatore. Applausi e sorrisi. Finché dura.

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