domenica 8 giugno 2008

Follia a Tokyo

TOKYO - Follia omicida a Tokyo: un uomo ha accoltellato in strada e in pieno giorno una ventina di passanti a Akihabara, l'affolato quartiere dell'elettronica e dei videogames. Il bilancio è di 6 morti e di più di dieci feriti. L'aggressore ha iniziato a sferrare colpi urlando, ha raccontato la televisione Nhk mostrando immagini di ambulanze nelle strade affollate di Akihabara.
YAKUZA - Il killer - ha riferito l’agenzia di stampa Kyodo - è stato fermato dalla polizia. È un giovane di 25 anni, identificato con il nome di Tomohiro Kato. Alla polizia ha detto di essere un criminale appartenente alla yakuza, la mafia locale.



LA RICOSTRUZIONE - Secondo le prime ricostruzioni il giovane a bordo di un camion si è prima lanciato contro i passanti investendone alcuni, e subito dopo è sceso dal mezzo urlando e accoltellando a caso una ventina di passanti. Sei persone sono morte, tra cui tre uomini di 19, 47 e 74 anni, mentre i feriti sono oltre dieci, alcuni dei quali gravi. La polizia ha immediatamente arrestato il giovane, identificato con il nome di Tomohiro Kato, il quale avrebbe già confessato di essersi recato ad Akihabara con lo scopo di uccidere. I media hanno riferito che l’aggressore urlava quando si è scagliato armato di coltello sui passanti, rimasti paralizzati dalla paura. «Ha investito tre persone», ha raccontato un uomo di mezza età alla tv giapponese. «È incredibile», ha raccontato un altro uomo. Una donna ha detto di aver visto una delle vittime riversa a terra «in una grande pozza di sangue». Le aggressioni con coltelli sono aumentate in modo preoccupante in Giappone negli ultimi anni. Lo scorso gennaio un ragazzo di 16 anni, armato con due coltelli da cucina, ha ferito diverse persone in una strada affollata nel quartiere di Tokyo di Shinagawa Ward. Ma l’episodio più grave risale al 2001, quando uno squilibrato entrò in una scuola di Osaka uccidendo otto studenti.



Il problema a Tokyo può derivare da una cultura e uno stile di vita particolare, ma ciò non è sufficiente a spiegare tanta follia. Mesi fa, lessi un articolo in cui si diceva che nel quartiere dell'elettronica, considerato manna per gli appassionati (o gli ossessionati) delle tecnologie, non pochi ragazzi hanno problemi di relazione con i propri simili. Essi sono sempre più techno-dipendenti, stanno 24 ore al giorno davanti al computer, facendo crescere così la loro dipendenza dal computer e causando una nuova malattia, quella delle tecnologie. Addirittura esistono dei locali a scopo di lucro, simili agli internet cafè, in cui le bariste coccolano i cyber clienti, porgono i bicchieri vicino alle loro bocche (perchè non vogliono essere interrotti), e discutono ovviamente di argomenti ad alta intensità di tecnologia. Si è dimostrato che l'intento delle bariste è quello di integrare i giovani ragazzi in una vita sociale più ampia, costituita non soltanto dal proprio ego e dal computer, ma anche da qualche essere umano in più. Probabilmente questa vicenda non è strettamente collegata a questa mia piccola digressione, ma a maggior ragione credo non corrisponda alla mafia locale, che difficilmente uccide a caso.

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